Regolarizzazione rimandata per la cassa integrazione nell’artigianato
dal Consiglio Direttivo del Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato.” Questo il sintetico commento di Dario Bruni, presidente del Fondo FSBA, che eroga la cassa integrazione ai dipendenti del Comparto artigiano, che questa settimana ha deliberato di posticipare il termine iniziale del regime di regolarizzazione contributiva. Per versare il triennio di contribuzione pregressa, infatti, a suo tempo si decise (delibera dell’8 aprile) che si sarebbe proceduto, a rate nell’arco di un triennio e senza penali o interessi, proprio a cominciare da questo inizio d’anno. Il tutto, invece, è ora spostato al gennaio 2022 (ovviamente verrà predisposto per tempo il regolamento per la presentazione in via digitale della domanda di accesso alla procedura di regolarizzazione relativa alla quota di contribuzione di cui all’art. 27, d.lgs. 148/2015).
“Sono state le Parti Sociali istitutive di FSBA (le Associazioni Artigiane: Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, e le Organizzazioni Sindacali: CGIL, CISL e UIL) a richiedere all’Organo di gestione di FSBA di valutare l’eventuale posticipazione, nei limiti dei propri poteri e delle norme di legge e di regolamento, ogni opportuna iniziativa per agevolare i datori di lavoro artigiani e i lavoratori da essi dipendenti.” Questo in ragione del perdurare della emergenza pandemica e dello stato di crisi che sta interessando datori di lavoro e lavoratori. “Molti, in zona rossa che va e viene, non hanno potuto lavorare, altri comunque risentono delle restrizioni di attività, orari, spostamenti, tutte le aziende patiscono il calo dei consumi e le difficoltà economiche del Paese, per non dire della difficoltà di accesso al credito e della limitatezza dei sostegni e dei ristori.”
Sempre il Presidente Bruni: “E, se le imprese artigiane piangono, certo non ridono i loro dipendenti, che ne sono la vera ricchezza, fra sospensioni dal lavoro, riduzione dei redditi, incertezza sul futuro. FSBA non gira la testa dall’altra parte: paga, presto e bene, le prestazioni (non appena la burocrazia fa arrivare i soldi…), protegge tutti e, come dimostra con la decisione assunta, rimanda gli incassi di obblighi pregressi da parte delle imprese irregolari. Anche perché, molte, moltissime imprese artigiane, invece, in questi anni hanno rispettato appieno il dettato di legge e, nel contempo, gli impegni assunti con la sottoscrizione e l’applicazione integrale e rigorosa dei contratti collettivi nazionali di lavoro. E a loro dobbiamo il massimo rispetto.”
Ricostruzione: “Da quando, con il d.l. 18/2020 convertito con la legge 27/2020, è stata stabilita una speciale integrazione salariale per emergenza Covid-19, molte aziende che finora avevano evaso il proprio obbligo contributivo nei confronti del Fondo (che svolge le proprie funzioni istituzionali ex art. 27, d.lgs. 148/2015, e gestisce l’integrazione salariale speciale per i lavoratori riferibili a datori di lavoro inquadrati previdenzialmente come artigiani ex l. 88/1989) qui si sono dovute rivolgere per veder erogata la cassa integrazione ai propri dipendenti per i periodi di sospensione dal lavoro.”
È Valter Recchia, Direttore, che snocciola i dati: “Si tratta di 62.112 aziende che hanno posto in protezione quasi 205.000 lavoratrici e lavoratori. Pur essendo in situazione irregolare queste aziende, il Fondo per un verso ha erogato la prestazione ai dipendenti e per altro verso ha stabilito le modalità per la regolarizzazione contributiva dei datori di lavoro ancora inadempienti nei confronti di FSBA. Ora si procederà fra un anno ai pagamenti arretrati, mentre è indiscutibile l’obbligo contributivo mensile così come previsto dalla normativa per tutte le aziende con codice autorizzativo 7b. Infatti, molte di queste aziende “irregolari” stanno versando, mese dopo mese, il dovuto.”
Attorno al tema della regolarità contributiva, e persino dell’obbligo di iscrizione al Fondo messo in piedi dalla bilateralità artigiana, molte se ne sono dette in questi mesi, con un contenzioso che si allunga anche nelle aule di tribunale e le interpretazioni che ne discendono. “Tutte interpretazioni interessate quanto fuorvianti – precisa Mauro Sasso, vicepresidente di emanazione sindacale del Fondo – Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge, un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente, checché ne dicano pericolose interpretazioni delle decisioni del giudice amministrativo. Il TAR del Lazio non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro.
Nella sentenza il Tar del Lazio si limita a rilevare ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale. Punto e basta. L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 serve solo come adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna. L’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto.”
“E poi, guardiamo alla sostanza delle cose: quado è esploso il virus, tutta la bilateralità artigiana è scesa in trincea, al fianco di aziende e lavoratori: San.Arti con tutele sanitarie specifiche per i soggetti colpiti e con tamponi, test, disinfettanti e donazioni; Fondartigianato a sostegno di programmi formativi dedicati alla salute e al lavoro in sicurezza; la Bilateralità regionale con prestazioni per lavoratrici e lavoratori adeguatamente rafforzate e sostegno alle imprese. Il Fondo, che non per nulla si chiama di Solidarietà, si è messo all’opera: ha ricevuto le domande di cassa integrazione derivanti da accordi sindacali sottoscritti nel territorio, ha anticipato 260 milioni di risorse proprie accantonate negli anni (che presto dovranno essere rese perché necessarie per l’ordinaria attività), ha gestito quasi 1.700 milioni di euro ricevuti, sempre con un percorso tortuoso!, dal Ministero del Lavoro.
Sono state tutelate 211.935 imprese ed hanno ricevuto la prestazione ben 748.554 lavoratori sospesi dal lavoro fra febbraio e ottobre. Siamo pronti ad erogare le prestazioni fino a fine anno, non appena riaprono le casse del Ministero e ci vengono dati altri 162 milioni che servono alla bisogna. Nel frattempo, centinaia di milioni sono state accantonate per pagare la contribuzione previdenziale, se solo l’Inps volesse accelerare i tempi dei conteggi (centinaia di lavoratori attendono proprio l’accredito di questi contributi per andare in pensione…). Il tutto è stato fatto, da FSBA con la collaborazione stretta di tutto il sistema dell’artigianato, velocemente, senza errori, abusi o inadempienze, accogliendo e garantendo tutti (anche le aziende irregolari, come si diceva), senza oneri diretti per il Fondo o per le casse pubbliche (provvede al tutto la bilateralità artigiana). Non so, sinceramente, se si sarebbe potuto fare di meglio.”
Il Presidente Bruni ha appena partecipato, per conto della sua Associazione Artigiana, ad un incontro con la Ministra del Lavoro incentrato anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali: “Ho rappresentato la nostra realtà FSBA e, condividendo l’obiettivo di una riforma della cassa integrazione che possa proteggere ogni lavoratore in qualsiasi contesto lavorativo e affiancare ogni azienda alle prese con difficoltà produttive o di mercato, ho ribadito come sia indispensabile salvaguardare le più qualificate esperienze maturate e messe a dura prova anche in questi mesi di Covid. Fra queste il Fondo dell’Artigianato. La cui azione va supportata e rafforzata, le possibilità di azione magari meglio precisate. Ma certo l’artigianato che ha saputo impiantare, gestire, sorreggere economicamente un sistema efficace di protezione negli anni (che ha resistito e agito bene persino nell’epoca del Covid), merita di poter contare, anche in futuro su FSBA. So che altre forze sociali, nei confronti odierni con la Ministra, si sono espresse in maniera non difforme. Catalfo è certamente sensibile alle argomentazioni presentate e, ha assicurato, le terrà in debito conto.”
La Ministra del Lavoro, solo qualche settimana fa, ha partecipato all’Assemblea del Fondo rappresentando apprezzamento e assicurando attenzione. Allora, peraltro, disse che era pronta a mettere in gioco ulteriori settimane di Cassa integrazione per far fronte a questo difficile periodo e salvaguardare per quanto possibile la tenuta sociale. “Bene, si faccia. FSBA è pronto a far la sua parte. Le aziende l’hanno conosciuto, lavoratrici e lavoratori ne hanno apprezzato l’azione, l’artigianato tutto ne è orgoglioso.”
FSBA. Il fondo per la cassa integrazione nell'artigianato rimanda la regolarizzazione
“Un gesto di grande responsabilità e di attenzione/solidarietà nei confronti delle aziende artigiane, quello compiuto dal Consiglio Direttivo del Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato.” Questo il sintetico commento di Dario Bruni, presidente del Fondo FSBA, che eroga la cassa integrazione ai dipendenti del Comparto artigiano, che questa settimana ha deliberato di posticipare il termine iniziale del regime di regolarizzazione contributiva. Per versare il triennio di contribuzione pregressa, infatti, a suo tempo si decise (delibera dell’8 aprile) che si sarebbe proceduto, a rate nell’arco di un triennio e senza penali o interessi, proprio a cominciare da questo inizio d’anno. Il tutto, invece, è ora spostato al gennaio 2022 (ovviamente verrà predisposto per tempo il regolamento per la presentazione in via digitale della domanda di accesso alla procedura di regolarizzazione relativa alla quota di contribuzione di cui all’art. 27, d.lgs. 148/2015).
“Sono state le Parti Sociali istitutive di FSBA (le Associazioni Artigiane: Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, e le Organizzazioni Sindacali: CGIL, CISL e UIL) a richiedere all’Organo di gestione di FSBA di valutare l’eventuale posticipazione, nei limiti dei propri poteri e delle norme di legge e di regolamento, ogni opportuna iniziativa per agevolare i datori di lavoro artigiani e i lavoratori da essi dipendenti.” Questo in ragione del perdurare della emergenza pandemica e dello stato di crisi che sta interessando datori di lavoro e lavoratori. “Molti, in zona rossa che va e viene, non hanno potuto lavorare, altri comunque risentono delle restrizioni di attività, orari, spostamenti, tutte le aziende patiscono il calo dei consumi e le difficoltà economiche del Paese, per non dire della difficoltà di accesso al credito e della limitatezza dei sostegni e dei ristori.”
Sempre il Presidente Bruni: “E, se le imprese artigiane piangono, certo non ridono i loro dipendenti, che ne sono la vera ricchezza, fra sospensioni dal lavoro, riduzione dei redditi, incertezza sul futuro. FSBA non gira la testa dall’altra parte: paga, presto e bene, le prestazioni (non appena la burocrazia fa arrivare i soldi…), protegge tutti e, come dimostra con la decisione assunta, rimanda gli incassi di obblighi pregressi da parte delle imprese irregolari. Anche perché, molte, moltissime imprese artigiane, invece, in questi anni hanno rispettato appieno il dettato di legge e, nel contempo, gli impegni assunti con la sottoscrizione e l’applicazione integrale e rigorosa dei contratti collettivi nazionali di lavoro. E a loro dobbiamo il massimo rispetto.”
Ricostruzione: “Da quando, con il d.l. 18/2020 convertito con la legge 27/2020, è stata stabilita una speciale integrazione salariale per emergenza Covid-19, molte aziende che finora avevano evaso il proprio obbligo contributivo nei confronti del Fondo (che svolge le proprie funzioni istituzionali ex art. 27, d.lgs. 148/2015, e gestisce l’integrazione salariale speciale per i lavoratori riferibili a datori di lavoro inquadrati previdenzialmente come artigiani ex l. 88/1989) qui si sono dovute rivolgere per veder erogata la cassa integrazione ai propri dipendenti per i periodi di sospensione dal lavoro.” È Valter Recchia, Direttore, che snocciola i dati: “Si tratta di 62.112 aziende che hanno posto in protezione quasi 205.000 lavoratrici e lavoratori. Pur essendo in situazione irregolare queste aziende, il Fondo per un verso ha erogato la prestazione ai dipendenti e per altro verso ha stabilito le modalità per la regolarizzazione contributiva dei datori di lavoro ancora inadempienti nei confronti di FSBA. Ora si procederà fra un anno ai pagamenti arretrati, mentre è indiscutibile l’obbligo contributivo mensile così come previsto dalla normativa per tutte le aziende con codice autorizzativo 7b. Infatti, molte di queste aziende “irregolari” stanno versando, mese dopo mese, il dovuto.”
Attorno al tema della regolarità contributiva, e persino dell’obbligo di iscrizione al Fondo messo in piedi dalla bilateralità artigiana, molte se ne sono dette in questi mesi, con un contenzioso che si allunga anche nelle aule di tribunale e le interpretazioni che ne discendono. “Tutte interpretazioni interessate quanto fuorvianti – precisa Mauro Sasso, vicepresidente di emanazione sindacale del Fondo - Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge, un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente, checché ne dicano pericolose interpretazioni delle decisioni del giudice amministrativo. Il TAR del Lazio non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro. Nella sentenza il Tar del Lazio si limita a rilevare ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale. Punto e basta. L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 serve solo come adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna. L’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto.”
“E poi, guardiamo alla sostanza delle cose: quado è esploso il virus, tutta la bilateralità artigiana è scesa in trincea, al fianco di aziende e lavoratori: San.Arti con tutele sanitarie specifiche per i soggetti colpiti e con tamponi, test, disinfettanti e donazioni; Fondartigianato a sostegno di programmi formativi dedicati alla salute e al lavoro in sicurezza; la Bilateralità regionale con prestazioni per lavoratrici e lavoratori adeguatamente rafforzate e sostegno alle imprese. Il Fondo, che non per nulla si chiama di Solidarietà, si è messo all’opera: ha ricevuto le domande di cassa integrazione derivanti da accordi sindacali sottoscritti nel territorio, ha anticipato 260 milioni di risorse proprie accantonate negli anni (che presto dovranno essere rese perché necessarie per l’ordinaria attività), ha gestito quasi 1.700 milioni di euro ricevuti, sempre con un percorso tortuoso!, dal Ministero del Lavoro. Sono state tutelate 211.935 imprese ed hanno ricevuto la prestazione ben 748.554 lavoratori sospesi dal lavoro fra febbraio e ottobre. Siamo pronti ad erogare le prestazioni fino a fine anno, non appena riaprono le casse del Ministero e ci vengono dati altri 162 milioni che servono alla bisogna. Nel frattempo, centinaia di milioni sono state accantonate per pagare la contribuzione previdenziale, se solo l’Inps volesse accelerare i tempi dei conteggi (centinaia di lavoratori attendono proprio l’accredito di questi contributi per andare in pensione…). Il tutto è stato fatto, da FSBA con la collaborazione stretta di tutto il sistema dell’artigianato, velocemente, senza errori, abusi o inadempienze, accogliendo e garantendo tutti (anche le aziende irregolari, come si diceva), senza oneri diretti per il Fondo o per le casse pubbliche (provvede al tutto la bilateralità artigiana). Non so, sinceramente, se si sarebbe potuto fare di meglio.”
Il Presidente Bruni ha appena partecipato, per conto della sua Associazione Artigiana, ad un incontro con la Ministra del Lavoro incentrato anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali: “Ho rappresentato la nostra realtà FSBA e, condividendo l’obiettivo di una riforma della cassa integrazione che possa proteggere ogni lavoratore in qualsiasi contesto lavorativo e affiancare ogni azienda alle prese con difficoltà produttive o di mercato, ho ribadito come sia indispensabile salvaguardare le più qualificate esperienze maturate e messe a dura prova anche in questi mesi di Covid. Fra queste il Fondo dell’Artigianato. La cui azione va supportata e rafforzata, le possibilità di azione magari meglio precisate. Ma certo l’artigianato che ha saputo impiantare, gestire, sorreggere economicamente un sistema efficace di protezione negli anni (che ha resistito e agito bene persino nell’epoca del Covid), merita di poter contare, anche in futuro su FSBA. So che altre forze sociali, nei confronti odierni con la Ministra, si sono espresse in maniera non difforme. Catalfo è certamente sensibile alle argomentazioni presentate e, ha assicurato, le terrà in debito conto.”
La Ministra del Lavoro, solo qualche settimana fa, ha partecipato all’Assemblea del Fondo rappresentando apprezzamento e assicurando attenzione. Allora, peraltro, disse che era pronta a mettere in gioco ulteriori settimane di Cassa integrazione per far fronte a questo difficile periodo e salvaguardare per quanto possibile la tenuta sociale.
“Bene, si faccia. FSBA è pronto a far la sua parte. Le aziende l’hanno conosciuto, lavoratrici e lavoratori ne hanno apprezzato l’azione, l’artigianato tutto ne è orgoglioso.”