FSBA: risorse arrivate. Già tutte distribuite. Ne servono altre.
Dopo mesi di attesa della cassa integrazione da parte dei dipendenti del Comparto artigiano, dopo settimane di sollecitazioni da parte del Fondo che eroga questo ammortizzatore sociale, di impegno dell’ex Ministro e del Ministro del lavoro attuale per definire l’esatta appostazione di bilancio, di rimpallo fra uffici e organi di controllo, persino una lettera dei Segretari generali delle Associazioni Artigiane e dei Sindacati confederali, … venerdì mattina sono stati accreditati a FSBA 265 milioni di euro. Questi sono stati attribuiti per pagare alcune code dei mesi precedenti, ma soprattutto per saldare ottobre, novembre e dicembre a favore delle lavoratrici e dei lavoratori dell’artigianato sospesi dal lavoro a causa del Covid.
Al Fondo erano pronti e approntate tutte le procedure, a carico dello stesso e di Enti bilaterali che in alcune regioni provvedono al pagamento della cassa integrazione. Talmente pronti che… tutte le risorse sono già state distribuite e, già questa sera, sui conti correnti di alcuni dipendenti (o delle imprese perché in alcune regioni si procede così) sono disponibili le somme spettanti (nelle prossime ore/giorni tutta l’operazione sarà completata). Nel frattempo, FSBA si prepara a pagare all’INPS la contribuzione previdenziale collegata alle prestazioni erogate, che servirà, prima o poi, ai beneficiari per andare in pensione.
Giunge così a compimento una gigantesca operazione messa in campo, con riferimento all’anno passato, per mettere in protezione 750.000 lavoratrici e lavoratori e supportare, per questa strada, 211.000 aziende, (distribuendo 2,2 miliardi di euro). Fra queste più di 60.000 erano finora state fuori dal sistema e non avevano adempiuto all’obbligo di versamento della contribuzione al Fondo, unico soggetto abilitato dalla legge ad agire per il sostegno al reddito delle aziende artigiane con codice autorizzativo 7 B: anch’esse aiutate, anche i loro dipendenti sostenuti (buona parte di queste aziende sta ora effettuando regolarmente i versamenti ordinari). Si dovrà prima o poi chiarire come dare modalità al Fondo per perseguire gli evasori dell’obbligo di legge, così come stabilire il buon diritto di questi lavoratori ad aver pagata anche le prestazioni di famiglia per i periodi di cassa integrazione. E, ancora, fissare tempi e modi di restituzione al Fondo dei tanti milioni anticipati (260!), un anno fa ad inizio dell’epidemia, per far fronte ai bisogni di sostegno delle aziende e dei dipendenti sospesi dal lavoro e senza reddito. Tutte questione che verranno presto affrontate con il Ministro del lavoro, che già nei giorni scorsi si è impegnato per fare superare lentezze e dichiarato disponibile al confronto con le Parti sociali dell’Artigianato e il Fondo stesso.
Ora, però, è il momento dell’operatività per erogare le prestazioni pregresse e, contemporaneamente, per valutare quanto ancora serve per chiudere qualche cosa dell’anno 2020 e per iniziare a pagare gennaio, febbraio e via così, utilizzando quanto già stanziato in legge finanziaria per le 12 settimane al momento previste (che presto, tutto il mondo dell’artigianato si augura, dovrebbero aumentare: il virus non molla e le difficoltà economiche, produttive e occupazionali ancora mordono). FSBA già all’inizio della prossima settimana sarà in grado di documentare ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia il fabbisogno attuale, contando che i tempi dell’attesa prima di avere questa ulteriore ondata di risorse, per corrispondere velocissimamente le prestazioni, siano assolutamente più brevi.
FSBA ha chiesto al Ministero del Lavoro 265 milioni
Il Fondo che eroga la cassa integrazione alle lavoratrici ed ai lavoratori delle aziende artigiane ha fatto i conti: per pagare alcune code di ammortizzatore sociale per i mesi indietro, per completare i pagamenti del mese di ottobre, per erogare la cassa fruita nel mese di novembre, per far fronte alle richieste finora inserite nel sistema da parte dei consulenti per il mese di dicembre, servono esattamente … 265.613.230,53 euro.
E li ha chiesti, dopo aver aspettato settimane e settimane a causa della chiusura de la cassa ministeriale in ragione delle riconciliazioni dei conti che ogni fine/inizio d’anno si fanno, al Ministero del Lavoro.
Anche perché, una volta tanto, i soldi non sono un problema. Il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato ha ancora a disposizione 777 milioni di quelli a lui destinati nell’agosto scorso, ci sono poi un bel po’ dei 450 milioni del decreto che ha stabilito le ulteriori sei settimane e la quota parte dei 900 milioni stanziati in legge di bilancio per le 12 settimane al momento previste per l’anno in corso (ogni volta, la somma impegnata va ripartita fra Fondo Artigiani e Fondo dei lavoratori somministrati).
Ovviamente, l’importo richiesto al Ministero per l’erogazione delle prestazioni corrisponde alle domande al momento rendicontate e, conseguentemente, non è da considerarsi a saldo del fabbisogno. Infatti, per cause di forza maggiore, un bel po’ di inserimenti nel sistema dei dati delle aziende, e dei lavoratori posti in sospensione dell’attività lavorativa, non sono stati ancora effettuati. FSBA ha chiesto al Ministero che, per poter garantire anche nei prossimi mesi la copertura di ulteriori richieste relative a periodi del 2020, si faccia luogo alla conservazione di tutte le risorse assegnate al Fondo dai diversi Decreti e provvedimenti di legge che si sono succeduti.
Le Associazioni Artigiane e le Confederazioni Sindacali, negli scorsi giorni, avevano sollecitato, per l’appunto, che si facesse luogo alla corresponsione delle risorse finanziarie al Fondo con la riapertura della cassa ministeriale. Ma non avevano nemmeno dimenticato che FSBA ha anticipato, nella primavera dello scorso anno, 260 milioni delle sostanze proprie accantonate nel tempo per garantire le prestazioni ordinarie. Quelle somme vanno restituite al più presto, magari cogliendo l’occasione di uno dei prossimi provvedimenti di legge, se una copertura legislativa dovesse essere ritenuta indispensabile.
Ora.
Appena arriveranno i soldi dal Ministero, i 265 milioni verranno spesi al volo per pagare le prestazioni a lavoratrici e lavoratori che attendono da mesi. La macchina operativa è pronta, sia al centro che nelle articolazioni regionali della bilateralità che procedono direttamente.
Due ultimi dati, interessanti: 750.484 sono i dipendenti che hanno ricevuto prestazioni nel corso dell’anno passato, 211.984 le aziende sostenute con questo strumento in epoca.
Regolarizzazione rimandata per la cassa integrazione nell’artigianato
dal Consiglio Direttivo del Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato.” Questo il sintetico commento di Dario Bruni, presidente del Fondo FSBA, che eroga la cassa integrazione ai dipendenti del Comparto artigiano, che questa settimana ha deliberato di posticipare il termine iniziale del regime di regolarizzazione contributiva. Per versare il triennio di contribuzione pregressa, infatti, a suo tempo si decise (delibera dell’8 aprile) che si sarebbe proceduto, a rate nell’arco di un triennio e senza penali o interessi, proprio a cominciare da questo inizio d’anno. Il tutto, invece, è ora spostato al gennaio 2022 (ovviamente verrà predisposto per tempo il regolamento per la presentazione in via digitale della domanda di accesso alla procedura di regolarizzazione relativa alla quota di contribuzione di cui all’art. 27, d.lgs. 148/2015).
“Sono state le Parti Sociali istitutive di FSBA (le Associazioni Artigiane: Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, e le Organizzazioni Sindacali: CGIL, CISL e UIL) a richiedere all’Organo di gestione di FSBA di valutare l’eventuale posticipazione, nei limiti dei propri poteri e delle norme di legge e di regolamento, ogni opportuna iniziativa per agevolare i datori di lavoro artigiani e i lavoratori da essi dipendenti.” Questo in ragione del perdurare della emergenza pandemica e dello stato di crisi che sta interessando datori di lavoro e lavoratori. “Molti, in zona rossa che va e viene, non hanno potuto lavorare, altri comunque risentono delle restrizioni di attività, orari, spostamenti, tutte le aziende patiscono il calo dei consumi e le difficoltà economiche del Paese, per non dire della difficoltà di accesso al credito e della limitatezza dei sostegni e dei ristori.”
Sempre il Presidente Bruni: “E, se le imprese artigiane piangono, certo non ridono i loro dipendenti, che ne sono la vera ricchezza, fra sospensioni dal lavoro, riduzione dei redditi, incertezza sul futuro. FSBA non gira la testa dall’altra parte: paga, presto e bene, le prestazioni (non appena la burocrazia fa arrivare i soldi…), protegge tutti e, come dimostra con la decisione assunta, rimanda gli incassi di obblighi pregressi da parte delle imprese irregolari. Anche perché, molte, moltissime imprese artigiane, invece, in questi anni hanno rispettato appieno il dettato di legge e, nel contempo, gli impegni assunti con la sottoscrizione e l’applicazione integrale e rigorosa dei contratti collettivi nazionali di lavoro. E a loro dobbiamo il massimo rispetto.”
Ricostruzione: “Da quando, con il d.l. 18/2020 convertito con la legge 27/2020, è stata stabilita una speciale integrazione salariale per emergenza Covid-19, molte aziende che finora avevano evaso il proprio obbligo contributivo nei confronti del Fondo (che svolge le proprie funzioni istituzionali ex art. 27, d.lgs. 148/2015, e gestisce l’integrazione salariale speciale per i lavoratori riferibili a datori di lavoro inquadrati previdenzialmente come artigiani ex l. 88/1989) qui si sono dovute rivolgere per veder erogata la cassa integrazione ai propri dipendenti per i periodi di sospensione dal lavoro.”
È Valter Recchia, Direttore, che snocciola i dati: “Si tratta di 62.112 aziende che hanno posto in protezione quasi 205.000 lavoratrici e lavoratori. Pur essendo in situazione irregolare queste aziende, il Fondo per un verso ha erogato la prestazione ai dipendenti e per altro verso ha stabilito le modalità per la regolarizzazione contributiva dei datori di lavoro ancora inadempienti nei confronti di FSBA. Ora si procederà fra un anno ai pagamenti arretrati, mentre è indiscutibile l’obbligo contributivo mensile così come previsto dalla normativa per tutte le aziende con codice autorizzativo 7b. Infatti, molte di queste aziende “irregolari” stanno versando, mese dopo mese, il dovuto.”
Attorno al tema della regolarità contributiva, e persino dell’obbligo di iscrizione al Fondo messo in piedi dalla bilateralità artigiana, molte se ne sono dette in questi mesi, con un contenzioso che si allunga anche nelle aule di tribunale e le interpretazioni che ne discendono. “Tutte interpretazioni interessate quanto fuorvianti – precisa Mauro Sasso, vicepresidente di emanazione sindacale del Fondo – Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge, un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente, checché ne dicano pericolose interpretazioni delle decisioni del giudice amministrativo. Il TAR del Lazio non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro.
Nella sentenza il Tar del Lazio si limita a rilevare ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale. Punto e basta. L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 serve solo come adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna. L’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto.”
“E poi, guardiamo alla sostanza delle cose: quado è esploso il virus, tutta la bilateralità artigiana è scesa in trincea, al fianco di aziende e lavoratori: San.Arti con tutele sanitarie specifiche per i soggetti colpiti e con tamponi, test, disinfettanti e donazioni; Fondartigianato a sostegno di programmi formativi dedicati alla salute e al lavoro in sicurezza; la Bilateralità regionale con prestazioni per lavoratrici e lavoratori adeguatamente rafforzate e sostegno alle imprese. Il Fondo, che non per nulla si chiama di Solidarietà, si è messo all’opera: ha ricevuto le domande di cassa integrazione derivanti da accordi sindacali sottoscritti nel territorio, ha anticipato 260 milioni di risorse proprie accantonate negli anni (che presto dovranno essere rese perché necessarie per l’ordinaria attività), ha gestito quasi 1.700 milioni di euro ricevuti, sempre con un percorso tortuoso!, dal Ministero del Lavoro.
Sono state tutelate 211.935 imprese ed hanno ricevuto la prestazione ben 748.554 lavoratori sospesi dal lavoro fra febbraio e ottobre. Siamo pronti ad erogare le prestazioni fino a fine anno, non appena riaprono le casse del Ministero e ci vengono dati altri 162 milioni che servono alla bisogna. Nel frattempo, centinaia di milioni sono state accantonate per pagare la contribuzione previdenziale, se solo l’Inps volesse accelerare i tempi dei conteggi (centinaia di lavoratori attendono proprio l’accredito di questi contributi per andare in pensione…). Il tutto è stato fatto, da FSBA con la collaborazione stretta di tutto il sistema dell’artigianato, velocemente, senza errori, abusi o inadempienze, accogliendo e garantendo tutti (anche le aziende irregolari, come si diceva), senza oneri diretti per il Fondo o per le casse pubbliche (provvede al tutto la bilateralità artigiana). Non so, sinceramente, se si sarebbe potuto fare di meglio.”
Il Presidente Bruni ha appena partecipato, per conto della sua Associazione Artigiana, ad un incontro con la Ministra del Lavoro incentrato anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali: “Ho rappresentato la nostra realtà FSBA e, condividendo l’obiettivo di una riforma della cassa integrazione che possa proteggere ogni lavoratore in qualsiasi contesto lavorativo e affiancare ogni azienda alle prese con difficoltà produttive o di mercato, ho ribadito come sia indispensabile salvaguardare le più qualificate esperienze maturate e messe a dura prova anche in questi mesi di Covid. Fra queste il Fondo dell’Artigianato. La cui azione va supportata e rafforzata, le possibilità di azione magari meglio precisate. Ma certo l’artigianato che ha saputo impiantare, gestire, sorreggere economicamente un sistema efficace di protezione negli anni (che ha resistito e agito bene persino nell’epoca del Covid), merita di poter contare, anche in futuro su FSBA. So che altre forze sociali, nei confronti odierni con la Ministra, si sono espresse in maniera non difforme. Catalfo è certamente sensibile alle argomentazioni presentate e, ha assicurato, le terrà in debito conto.”
La Ministra del Lavoro, solo qualche settimana fa, ha partecipato all’Assemblea del Fondo rappresentando apprezzamento e assicurando attenzione. Allora, peraltro, disse che era pronta a mettere in gioco ulteriori settimane di Cassa integrazione per far fronte a questo difficile periodo e salvaguardare per quanto possibile la tenuta sociale. “Bene, si faccia. FSBA è pronto a far la sua parte. Le aziende l’hanno conosciuto, lavoratrici e lavoratori ne hanno apprezzato l’azione, l’artigianato tutto ne è orgoglioso.”
FSBA. Il fondo per la cassa integrazione nell'artigianato rimanda la regolarizzazione
“Un gesto di grande responsabilità e di attenzione/solidarietà nei confronti delle aziende artigiane, quello compiuto dal Consiglio Direttivo del Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato.” Questo il sintetico commento di Dario Bruni, presidente del Fondo FSBA, che eroga la cassa integrazione ai dipendenti del Comparto artigiano, che questa settimana ha deliberato di posticipare il termine iniziale del regime di regolarizzazione contributiva. Per versare il triennio di contribuzione pregressa, infatti, a suo tempo si decise (delibera dell’8 aprile) che si sarebbe proceduto, a rate nell’arco di un triennio e senza penali o interessi, proprio a cominciare da questo inizio d’anno. Il tutto, invece, è ora spostato al gennaio 2022 (ovviamente verrà predisposto per tempo il regolamento per la presentazione in via digitale della domanda di accesso alla procedura di regolarizzazione relativa alla quota di contribuzione di cui all’art. 27, d.lgs. 148/2015).
“Sono state le Parti Sociali istitutive di FSBA (le Associazioni Artigiane: Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, e le Organizzazioni Sindacali: CGIL, CISL e UIL) a richiedere all’Organo di gestione di FSBA di valutare l’eventuale posticipazione, nei limiti dei propri poteri e delle norme di legge e di regolamento, ogni opportuna iniziativa per agevolare i datori di lavoro artigiani e i lavoratori da essi dipendenti.” Questo in ragione del perdurare della emergenza pandemica e dello stato di crisi che sta interessando datori di lavoro e lavoratori. “Molti, in zona rossa che va e viene, non hanno potuto lavorare, altri comunque risentono delle restrizioni di attività, orari, spostamenti, tutte le aziende patiscono il calo dei consumi e le difficoltà economiche del Paese, per non dire della difficoltà di accesso al credito e della limitatezza dei sostegni e dei ristori.”
Sempre il Presidente Bruni: “E, se le imprese artigiane piangono, certo non ridono i loro dipendenti, che ne sono la vera ricchezza, fra sospensioni dal lavoro, riduzione dei redditi, incertezza sul futuro. FSBA non gira la testa dall’altra parte: paga, presto e bene, le prestazioni (non appena la burocrazia fa arrivare i soldi…), protegge tutti e, come dimostra con la decisione assunta, rimanda gli incassi di obblighi pregressi da parte delle imprese irregolari. Anche perché, molte, moltissime imprese artigiane, invece, in questi anni hanno rispettato appieno il dettato di legge e, nel contempo, gli impegni assunti con la sottoscrizione e l’applicazione integrale e rigorosa dei contratti collettivi nazionali di lavoro. E a loro dobbiamo il massimo rispetto.”
Ricostruzione: “Da quando, con il d.l. 18/2020 convertito con la legge 27/2020, è stata stabilita una speciale integrazione salariale per emergenza Covid-19, molte aziende che finora avevano evaso il proprio obbligo contributivo nei confronti del Fondo (che svolge le proprie funzioni istituzionali ex art. 27, d.lgs. 148/2015, e gestisce l’integrazione salariale speciale per i lavoratori riferibili a datori di lavoro inquadrati previdenzialmente come artigiani ex l. 88/1989) qui si sono dovute rivolgere per veder erogata la cassa integrazione ai propri dipendenti per i periodi di sospensione dal lavoro.” È Valter Recchia, Direttore, che snocciola i dati: “Si tratta di 62.112 aziende che hanno posto in protezione quasi 205.000 lavoratrici e lavoratori. Pur essendo in situazione irregolare queste aziende, il Fondo per un verso ha erogato la prestazione ai dipendenti e per altro verso ha stabilito le modalità per la regolarizzazione contributiva dei datori di lavoro ancora inadempienti nei confronti di FSBA. Ora si procederà fra un anno ai pagamenti arretrati, mentre è indiscutibile l’obbligo contributivo mensile così come previsto dalla normativa per tutte le aziende con codice autorizzativo 7b. Infatti, molte di queste aziende “irregolari” stanno versando, mese dopo mese, il dovuto.”
Attorno al tema della regolarità contributiva, e persino dell’obbligo di iscrizione al Fondo messo in piedi dalla bilateralità artigiana, molte se ne sono dette in questi mesi, con un contenzioso che si allunga anche nelle aule di tribunale e le interpretazioni che ne discendono. “Tutte interpretazioni interessate quanto fuorvianti – precisa Mauro Sasso, vicepresidente di emanazione sindacale del Fondo - Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge, un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente, checché ne dicano pericolose interpretazioni delle decisioni del giudice amministrativo. Il TAR del Lazio non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro. Nella sentenza il Tar del Lazio si limita a rilevare ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale. Punto e basta. L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 serve solo come adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna. L’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto.”
“E poi, guardiamo alla sostanza delle cose: quado è esploso il virus, tutta la bilateralità artigiana è scesa in trincea, al fianco di aziende e lavoratori: San.Arti con tutele sanitarie specifiche per i soggetti colpiti e con tamponi, test, disinfettanti e donazioni; Fondartigianato a sostegno di programmi formativi dedicati alla salute e al lavoro in sicurezza; la Bilateralità regionale con prestazioni per lavoratrici e lavoratori adeguatamente rafforzate e sostegno alle imprese. Il Fondo, che non per nulla si chiama di Solidarietà, si è messo all’opera: ha ricevuto le domande di cassa integrazione derivanti da accordi sindacali sottoscritti nel territorio, ha anticipato 260 milioni di risorse proprie accantonate negli anni (che presto dovranno essere rese perché necessarie per l’ordinaria attività), ha gestito quasi 1.700 milioni di euro ricevuti, sempre con un percorso tortuoso!, dal Ministero del Lavoro. Sono state tutelate 211.935 imprese ed hanno ricevuto la prestazione ben 748.554 lavoratori sospesi dal lavoro fra febbraio e ottobre. Siamo pronti ad erogare le prestazioni fino a fine anno, non appena riaprono le casse del Ministero e ci vengono dati altri 162 milioni che servono alla bisogna. Nel frattempo, centinaia di milioni sono state accantonate per pagare la contribuzione previdenziale, se solo l’Inps volesse accelerare i tempi dei conteggi (centinaia di lavoratori attendono proprio l’accredito di questi contributi per andare in pensione…). Il tutto è stato fatto, da FSBA con la collaborazione stretta di tutto il sistema dell’artigianato, velocemente, senza errori, abusi o inadempienze, accogliendo e garantendo tutti (anche le aziende irregolari, come si diceva), senza oneri diretti per il Fondo o per le casse pubbliche (provvede al tutto la bilateralità artigiana). Non so, sinceramente, se si sarebbe potuto fare di meglio.”
Il Presidente Bruni ha appena partecipato, per conto della sua Associazione Artigiana, ad un incontro con la Ministra del Lavoro incentrato anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali: “Ho rappresentato la nostra realtà FSBA e, condividendo l’obiettivo di una riforma della cassa integrazione che possa proteggere ogni lavoratore in qualsiasi contesto lavorativo e affiancare ogni azienda alle prese con difficoltà produttive o di mercato, ho ribadito come sia indispensabile salvaguardare le più qualificate esperienze maturate e messe a dura prova anche in questi mesi di Covid. Fra queste il Fondo dell’Artigianato. La cui azione va supportata e rafforzata, le possibilità di azione magari meglio precisate. Ma certo l’artigianato che ha saputo impiantare, gestire, sorreggere economicamente un sistema efficace di protezione negli anni (che ha resistito e agito bene persino nell’epoca del Covid), merita di poter contare, anche in futuro su FSBA. So che altre forze sociali, nei confronti odierni con la Ministra, si sono espresse in maniera non difforme. Catalfo è certamente sensibile alle argomentazioni presentate e, ha assicurato, le terrà in debito conto.”
La Ministra del Lavoro, solo qualche settimana fa, ha partecipato all’Assemblea del Fondo rappresentando apprezzamento e assicurando attenzione. Allora, peraltro, disse che era pronta a mettere in gioco ulteriori settimane di Cassa integrazione per far fronte a questo difficile periodo e salvaguardare per quanto possibile la tenuta sociale.
“Bene, si faccia. FSBA è pronto a far la sua parte. Le aziende l’hanno conosciuto, lavoratrici e lavoratori ne hanno apprezzato l’azione, l’artigianato tutto ne è orgoglioso.”
Pagata la cassa integrazione nell'artigianato. In "un momento magico" per il comparto
“L’avevamo detto che saremmo stati tempestivi, e così abbiamo fatto: abbiamo speso tutto! FSBA, che ha ricevuto ieri mattina la dotazione economica di 448 milioni, ora ha distribuito l’intera somma alle lavoratrici e lavoratori sospesi dal lavoro, tramite le aziende in talune regioni, e agli Enti bilaterali che provvedono direttamente, che pure stanno alacremente lavorando.” Giustamente orgoglioso dell’efficienza della macchina operativa del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (unico soggetto che paga la cassa integrazione nel Comparto) il Presidente Dario Bruni.
È stato lui, in questi mesi, a tenere il filo diretto con la Ministra Catalfo, “sempre disponibile ed attenta”, per sollecitare il conferimento delle somme, per vedersi assicurato ogni impegno nella predisposizione dei decreti, perché le procedure e la burocrazia non l’avessero vinta sui diritti e le legittime aspettative dei lavoratori. “Anche se, davvero, 100 giorni, per ricevere le somme messe a disposizione dal decreto a ferragosto, sono troppi, tanto più perché c’è chi aspetta questo sostegno economico da giugno, in qualche caso anche per i periodi anteriori. Al di là della volontà politica, la burocrazia corre il rischio di frenare l’azione e vanificare l’impegno di Parti sociali, Enti bilaterali, Ministra stessa.”
Con il lavoro di questi due giorni, notte compresa, il Fondo degli Artigiani si è messo in pari: i pagamenti sono stati effettuati fino agli inizi di ottobre. “Qualcosa è stato ulteriormente caricato per ottobre - precisa Valter Recchia, Direttore – ed abbiamo richiesto al Ministero l’invio di altri 24 milioni per poter procedere. Complessivamente, dall’inizio dell’epidemia che ha portato a sospensione di attività lavorative, talvolta a chiusure d’autorità, il Fondo ha speso (fra prestazioni e versamento dei contributi previdenziali collegati) una somma pazzesca: 1.914.593.603,46. In larga parte assicurata dai tanti decreti governativi, ma anticipando anche 260 milioni di risorse proprie messe da parte negli anni (somme che dovranno pur rientrare, sennò l’attività ordinaria di FSBA si blocca). È stata pagata la cassa integrazione a 740.000 lavoratori e sono state così sostenute 210.000 imprese artigiane (molte delle quali, 60.000, non avevano nemmeno rispettato l’obbligo di legge di versamento al Fondo: sono state accolte, i loro 170.000 dipendenti hanno avuto quanto spettava, rimandando ad un secondo momento la regolarizzazione).
E siccome, purtroppo, non è finita qui: da settimana prossima si potranno inserire le domande delle seconde 9 settimane del decreto di agosto (quelle con un eventuale concorso economico da parte delle aziende in ragione dell’andamento degli affari), poi potranno seguire le ulteriori 6 settimane e, dall’inizio del prossimo anno, tutto quanto previsto nella Legge di bilancio.”
“Il Fondo è pronto a fare completamente la propria parte, per sostenere aziende e lavoratori in questo difficile momento - riprende il Presidente - affrontando, con equilibrio ma anche con determinazione, anche alcune partite che sono aperte: il pagamento delle prestazioni di famiglia (perché anche questi lavoratori ne hanno diritto), la velocizzazione del versamento della contribuzione all’Inps (perché da qui dipende anche, per molti, la possibilità di andare in pensione), il pretestuoso contenzioso legale avanzato da talune ditte che vorrebbero prestazioni e tutele senza rispettare, né prima né ora, l’obbligo previsto per legge della contribuzione. D’altra parte, negli anni si è dimostrato che la bilateralità artigiana è in grado di assicurare il sostegno economico ai lavoratori sospesi dal lavoro per cause non dipendenti dalla volontà aziendale ma dal mercato o da accadimenti straordinari. Con una aliquota contributiva equilibrata, con procedure snelle, con la efficiente rete dei riferimenti regionali, con il sostegno operativo ed economico della bilateralità, chi ha bussato alle porte di FSBA ha sempre, e sottolineo sempre, ricevuto una risposta all’altezza delle necessità e del bisogno di sostegno. Lo si deve ricordare, ora che ci si ripropone di riformare gli ammortizzatori sociali.”
L’ultima osservazione è del vice Presidente Mauro Sasso: “Per una strana convergenza di elementi e situazioni, in questi giorni l’artigianato sta vivendo una stagione tanto difficile sul piano economico/produttivo/occupazionale quanto invece strategica per la ripresa dell’intero Comparto e per le stesse relazioni sindacali che qui si esprimono. Questa mattina Fondartigianato, il fondo interprofessionale del settore che sostiene la qualificazione dei lavoratori, ha pianificato l’iniziativa per l’anno a venire: 32 milioni a disposizione su una decina di filoni.
Quando si dice: la formazione che aiuta a crescere. Ieri pomeriggio San.Arti., il fondo per la sanità integrativa a favore di 550.000 lavoratrici e lavoratori dipendenti ma anche datori di lavoro, ha deciso di mettere in protezione i figli minorenni di costoro, offrendo loro da subito alcune prestazioni senza un aggravio di costi per aziende e iscritti. Quando si dice: sostenere con i fatti le famiglie. Fra ieri e oggi, il pagamento delle prestazioni da parte di FSBA.
E qui non c’è null’altro da aggiungere. E, soprattutto, ieri mattina la sottoscrizione, da parte dei Segretari generali di Confartigianato, CNA, Casa e CLAAI nonché di CGIL, CISL e UIL, dell’Accordo interconfederale sul modello contrattuale. Chi, come, quando, su che cosa e a che livello - nazionale o regionale – si contratta. Come migliorare le condizioni retributive dei dipendenti, come sostenere la bilateralità (ragionando anche di previdenza complementare), come valorizzare la qualità dei rapporti fra la parte datoriale e quella sindacale. Con l’obiettivo comune di rivendicare attenzione ai problemi del Comparto e partecipazione degli attori sociali dell’artigianato alle decisioni strategiche per l’uscita dalle difficoltà, in cui ci si dibatte tutti, e far ripartire il Paese.”
Cassa integrazione nell'artigianato: arrivati 375 milioni (ma ne servono altri 50), subito i pagamenti
C’è voluto un bel po’ di tempo perché i soldi stanziati con il decreto agosto arrivassero al Fondo che paga la cassa integrazione ai lavoratori dipendenti del Comparto Artigiano. Ma adesso è fatta. E partono a razzo i pagamenti di FSBA.
“Da mezz’ora abbiamo sul nostro Conto Corrente la somma di 375 milioni e, nell’arco di 24, 48 ore al massimo li spenderemo tutti. Come Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA, una sigla conosciuta oggi ai più anche per l’intensa fase di mobilitazione proprio finalizzata a ricevere i soldi), abbiamo da pagare la prestazione per i periodi di sospensione causa Covid di maggio, giugno e prima metà di luglio a 440.447 lavoratrici e lavoratori.”
Così assicura Valter Recchia, direttore che in queste ore presidia gli uffici romani con i funzionari che lavoreranno giorno e notte per portare a compimento l’operazione. “Saranno operative anche le strutture regionali della bilateralità perché sono loro che nelle scorse settimane hanno gestito le pratiche, esaminato gli accordi, accompagnato l’azione di associazioni e consulenti del lavoro che hanno caricato giornate di assenza, retribuzioni, iban e quant’altro. Peraltro, per alcune regioni sono gli Enti bilaterali locali a pagare materialmente: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto.”
“Peccato che le risorse economiche che ci sono pervenute, pure cospicue, non bastano al pagamento di tutte le prestazioni della prima fase da febbraio a luglio (da lì c’è un ulteriore periodo di cassa integrazione - 9 settimane più altre 9 con condizionalità - con specifico finanziamento). Dai nostri calcoli, servono quasi altri 50 milioni. Andremo presto al Ministero del Lavoro per trovare il modo di farceli dare e farceli dare subito. Perché l’attesa, che già è stata lunga, snervante da maggio a ottobre non abbia, per alcuni, a prolungarsi.”
Mauro Sasso, vice presidente del Fondo, ricorda come, dall’inizio della vicenda, FSBA abbia già erogato la prestazione temporanea Covid a 725.497 lavoratori (molti dei quali riceveranno ora un ulteriore versamento), con una spesa pari a € 1.088.786.269,61 utilizzando i soldi pubblici appositamente stanziati e anticipandone di propri: “260 milioni, che presto dovranno essere rimborsati perché non si giustifica in alcun modo che per tutti, davanti all’emergenza virus, i soldi ce li mette lo stato (o meglio l’Europa) e nell’artigianato siano imprese e lavoratori, e per loro il Fondo, a dover mettere le mani in tasca.”
“Il Consiglio direttivo del Fondo, composto dai rappresentanti dei sindacati confederali e delle associazioni artigiane - evidenzia Dario Bruni, presidente - giusto questa settimana, nell’esaminare tutti i dati gestionali, amministrativi e di proiezione dell’azione di questo strumento, ha rilevato come, con l’occasione del virus, un numero notevole di aziende si sono rivolte a FSBA, cui negli anni avrebbero dovuto versare contributi per un preciso obbligo di legge. Sono state accolte, hanno avuto la possibilità di rimandare in là nel tempo la loro regolarizzazione contributiva (se ne parlerà da gennaio, a rate nell’arco di tre anni), hanno avuto protetti i loro lavoratori con la cassa integrazione, come tutti gli altri. Si tratta di 60.000 aziende, che occupano quasi 170.000 lavoratori, prevalentemente dislocate nel sud dove, evidentemente, non sempre gli obblighi di legge o quelli derivanti dai contratti sono conosciuti, richiamati da chi fornisce consulenza, rispettati. Due aziende su cinque, comunque, hanno già iniziato a mettersi a posto.”
Nell’ambiente si sta ragionando di una vera e propria campagna comunicativa e di contatto con tutte le aziende del comparto ed i loro lavoratori per illustrare le opportunità che derivano dall’essere parte della bilateralità artigiana: sussidi e prestazioni per i lavoratori, supporti alle aziende per il loro sviluppo, una sanità integrativa fra le migliori esistenti (San.Arti.), la formazione erogata dal Fondo interprofessionale specifico (Fondartigianato).
Ricominciano i pagamenti della cassa integrazione agli artigiani
Da un paio di ore sono arrivati sul conto corrente del FSBA i 516 milioni del “Decreto Rilancio”, tutte le somme finora stanziate per il pagamento dell’ammortizzatore sociale alle lavoratrici ed ai lavoratori, del Comparto Artigianato, sospesi dal lavoro per Covid. “La Ministra Catalfo ce l’aveva assicurato, giusto una settimana fa nel corso di un incontro. Do atto a Lei di impegno per raggiungere questo risultato e di attenzione nei confronti delle problematiche più complessive dell’artigianato.” Precisa Dario Bruni che è il presidente del Fondo degli Artigiani, unico soggetto autorizzato per il pagamento della cassa integrazione in questo settore economico.
Con queste risorse - precisano dal Fondo di Solidarietà bilaterale dell’artigianato - sarà possibile il tempestivo pagamento delle prestazioni di tutto il mese di aprile, coprendo anche qualche coda di marzo e qualcosina si potrebbe riuscire a fare per maggio. Obiettivo che si punta a conseguire in giornata, facendo lavorare a pieno ritmo gli uffici centrali e le articolazioni regionali della bilateralità regionale.
“Per pagare le prestazioni ai dipendenti sospesi dal lavoro nei mesi di maggio, giugno e luglio, servono però ulteriori risorse economiche: almeno altri 500 milioni. Infatti, sono già pronti i calcoli (fatti sulle ore effettive di assenza dal lavoro, dichiarate da aziende e loro consulenti), per un totale di circa 350 milioni di euro. Ma stanno arrivando al Fondo le aziende che, sbagliando, si sono rivolte inutilmente alle regioni prima e all’Inps poi, pensando di aver accesso alla cassa integrazione in deroga: no, al sistema dell’artigianato provvede, in tutto e per tutto, FSBA! È questo lo strumento per il sostegno al reddito dei dipendenti delle imprese artigiane, cui ognuna è tenuta per legge ad essere assicurata e versare con una piccola quota di contribuzione mensile.”
Mauro Sasso, vicepresidente: “L’emergenza Covid e l’impegno del Fondo ad assicurare l’ammortizzatore sociale ha fatto avvicinare aziende che, soprattutto nelle aree meridionali ma anche in taluni contesti di lavoro al nord, sono restate fuori dal sistema di protezione fornito da questo strumento della bilateralità. 57.000 aziende sono state accolte e incluse, ai loro 167.000 dipendenti è stata assicurata protezione e sostegno al reddito (ci sarà tempo, da gennaio in poi e con comode rate, a regolarizzare la posizione).”
Dove trovare questo mezzo miliardo (e gli altri 260 milioni che il Fondo ha anticipato, di proprie risorse, perché la macchina potesse cominciare a girare)?
Già nell’incontro con la Ministra Catalfo di giovedì scorso è stata presa in considerazione la possibilità di pescare nella specifica riserva di 2,7 miliardi prevista nel Decreto o di trovare una prima, parziale risposta nelle pieghe del bilancio del Ministero. Ma occorre anche guardare oltre, secondo Bruni: “Tutte le forze sociali del Comparto (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Claai sul versante datoriale e Cgil, Cisl e Uil sulla sponda sindacale) convengono che servono non solo nuove risorse fresche per pagare del tutto la cassa integrazione già fruita o in utilizzo ora, ma occorrono anche altre settimane di ammortizzatore sociale perché molti artigiani (e certamente non solo loro, per carità) non sono ancora nelle condizioni di riprendere appieno l’attività lavorativa, anche queste ben finanziate fin dall’inizio.”
Subito tutti i soldi che ci sono. Altri li cerchiamo. Ulteriori settimane in arrivo. positivo l'incontro della Ministra Catalfo con il fondo dell'artigianato.
Immediato stanziamento delle intere somme previste dai Decreti per il pagamento delle prestazioni Covid da parte di FSBA, ricerca di ulteriori risorse economiche per far fronte al consistente fabbisogno del Fondo, allungamento dei periodi di cassa integrazione, impegno ad affrontare alcune altre specifiche questioni. Ma, soprattutto, qualità dei rapporti e volontà di rafforzare il confronto fra il mondo artigiano, ed i suoi attori, e la Ministra del Lavoro. Questo, in estrema sintesi, il risultato dell’incontro di questa mattina fra la Ministra Catalfo e la Presidenza e Direzione del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, unica istanza deputata ad erogare gli ammortizzatori sociali alle lavoratrici ed ai lavoratori del Comparto.
A seguito di un accordo raggiunto con la Ragioneria dello Stato da parte del Ministero del Lavoro, invece di rimborsare le somme già pagate, verranno messe nelle disponibilità del Fondo tutte le risorse finanziarie stanziate con il Decreto “Cura Italia” e con il Decreto “Rilancio”, non già erogate.
Si tratta di 516.345.388,85 €.
“Sarà così possibile pagare le prestazioni ancora in sospeso per marzo e per tutto il mese di aprile - segnala Valter Recchia, che di FSBA è direttore - Gli uffici centrali e tutte le articolazioni regionali che provvedono direttamente sono pronte ad utilizzare queste somme integralmente entro pochissimi giorni dalla ricezione per pagare l’ammortizzatore alle lavoratrici e lavoratori oppure alle aziende.”
Molto bene. Non fosse che restano da pagare ancora il mese di maggio (dove pure si è registrato un calo delle richieste a seguito della ripresa di talune attività lavorative), il mese di giugno e di luglio. Al momento servono, è stato fatto presente alla Ministro, almeno 800 milioni, somma che tende a crescere perché stanno arrivando al Fondo richieste di aziende che, sbagliando, si erano rivolte alla cassa integrazione in deroga. Il Presidente Dario Bruni: “Molto importante l’impegno assunto dalla Ministra di esaminare tempi e modi per accedere allo specifico Fondo di garanzia (di 2 e più miliardi) proprio per far fronte ad ulteriori necessità rispetto allo stanziato, ma anche a verificare altre modalità di reperimento delle somme necessarie, magari nelle pieghe del bilancio ministeriale.”
Sempre il Presidente: “Ma, davanti ad un comparto economico che soffre e stenta a ripartire, è altrettanto importante la notizia che si sta lavorando, a livello governativo, per aggiungere alle 9+5+4 settimane di cassa integrazione fin qui decise (e in buona parte già fruite dalle imprese artigiane) altre 18 settimane da poter utilizzare da subito ed entro la fine dell’anno. Con qualche patema d’animo governativo l’elevato onere economico.”
Fra la Ministra e i vertici del Fondo bilaterale dell’Artigianato si è poi convenuto di approfondire le modalità di convenzionamento con l’Inps per il pagamento, ai lavoratori sospesi, delle prestazioni di famiglia e di esaminare tutta la problematica della contribuzione correlata (per i periodi di sospensione vengono anche versati i contributi previdenziali, laddove per gli altri settori viene riconosciuta la contribuzione figurativa; ha poi senso tenere da parte risorse economiche – peraltro consistenti – da versare all’Inps fra un anno, quando le si potrebbe usare per dare immediato sollievo al mondo del lavoro in difficoltà? Se ne ragionerà).
La Ministra si è compiaciuta dell’impegno, che il Fondo sta mettendo, nel liquidare tutto il residuo delle domande ordinarie pregresse, e della decisione, a suo tempo adottata dalle Parti sociali e attuata, di anticipare il trattamento Covid con risorse proprie accumulate con parsimonia negli anni dalle tante ditte regolari (si tratta di quasi 260 milioni).
“A proposito di regolarità contributiva: sono arrivate ad oggi nel Fondo 57.003 imprese artigiane (per un totale di 166.883 dipendenti) che negli anni non avevano mai versato contribuzione, pur essendovi tenute per legge. Sono state accolte e incluse, un certo numero ha già regolarizzato la posizione pregressa mentre l’operazione dovrà essere realizzata a partire dall’anno prossimo a rate nel corso di un triennio. I loro dipendenti sono stati protetti, al pari di tutti gli altri del comparto artigiano. È stata una scelta consapevole e responsabile delle Parti sociali costituenti il Fondo - commenta Mauro Sasso, vicepresidente - che nel frattempo regge il pretestuoso contenzioso di una quarantina di aziende che vorrebbero le prestazioni dal Fondo senza stare alle regole del Fondo stesso (ma se ne parlerà in tribunale nel prossimo novembre…)”
Dal Fondo dell’Artigianato chiosano: “Un incontro proficuo, con risposte concrete ed un percorso condiviso. Certo, il merito è in buona parte dei Segretari generali delle Confederazioni sindacali e delle Associazione Artigiane che, proprio ieri pomeriggio, hanno scritto - tutti assieme, procedura che non è poi così rituale - alla Ministra Catalfo ed al Ministro Gualtieri per sollecitare attenzione ed impegni proprio su questo fronte. Ed ha favorito la buona riuscita dell’incontro anche la fitta rete di iniziative che un po’ ovunque nel territorio si stanno tenendo o sono programmate e le molte prese di posizione, sindacali o datoriali e ancor più frequentemente congiunte, con cui si sta manifestando il disagio di un intero comparto produttivo, sia dal punto di vista economico, occupazionale e di percezione degli ammortizzatori. Dopo che FSBA è partito di slancio, i ritardi nel conferimento dei finanziamenti non sono accettabili, non è pensabile che tanti mesi si debba attendere quanto spettante alle lavoratrici ed ai lavoratori, che è poi un reale sostegno anche alle imprese artigiane che li occupano.”
Il rapporto con la Ministra Catalfo, e con i suoi più stretti collaboratori, da parte della Presidenza del Fondo degli Artigiani, che non data da ora, ne esce rafforzato, reso più continuativo e più fluido. Tant’è che ci si è lasciati con l’intento di prossimi ulteriori scambi di vedute e che si stanno ipotizzando anche momenti corali e più partecipati delle Parti sociali e delle articolazioni della Bilateralità artigiana con la Responsabile politica del Dicastero del Lavoro, dalla cui attenzione dipendono in buona parte le risposte a bisogni reali che aziende e lavoratori del comparto avvertono quotidianamente sulla loro pelle. Tanto più in questa fase di emergenza epidemiologica che diventa vieppiù economica e sociale.