Non è questione di soldi, ma di tempistica

Ancora pochi giorni per inoltrare, da parte delle Aziende, dei Consulenti del Lavoro e dei Centri servizi, le domande o le attestazioni dei periodi di sospensione dal lavoro di lavoratrici e lavoratori del Comparto Artigiano che si sono realizzati, causa Covid, nell’anno passato. C’è tempo fino al 31 marzo, così ha fissato il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, unico soggetto che provvede ad erogare la cassa integrazione nell’intero comparto cui sono, per obbligo di legge, iscritte tutte le aziende con codice autorizzativo 7B.

Dopo la fine del mese, appena saranno messi nelle disponibilità del Fondo i 36 milioni di euro (altri eventualmente necessari ne verranno richiesti), saranno chiuse e definite da FSBA tutte le partite di cassa integrazione per i dipendenti dell’Artigianato relative all’anno passato.
Anno 2020 che ha visto FSBA mettere in protezione 752.254 lavoratori (le donne sono il 38 %, il 23 % ha meno di 30 anni), dipendenti di 214.821 aziende, cui ha erogato prestazioni di ammortizzatore sociale per quasi 2,2 miliardi di euro. A tutti è stato corrisposto quanto dovuto e accantonata la somma che servirà per versare i contributi all’Inps. C’è, per l’appunto, una coda da sistemare riferita al mese dicembre, con qualche briciola per i mesi ancora più indietro. A questo servono i 36 milioni attesi da un momento all’altro.

Nel frattempo cominciano a pervenire al Fondo dell’artigianato le domande di cassa integrazione per l’anno in corso: 14 mila richieste per 58 mila lavoratori presentate a gennaio, che a febbraio diventano 35 mila per 126 mila lavoratori. Non è poi detto che tutti costoro siano stati effettivamente sospesi dal lavoro per tutte le giornate lavorative, ma sta di fatto che il dato segnala come la crisi epidemiologica continua ad avere importanti ricadute sul piano economico, produttivo e occupazionale. Per la cassa integrazione delle prime 12 settimane dell’anno in corso, la Legge di stabilità ha messo a disposizione una quota parte di 900 milioni: a FSBA ne dovrebbero arrivare 675, con i quali iniziare a pagare i periodi di sospensione del primo trimestre.

Ci sono poi le ulteriori 28 settimane inserite nel “Decreto sostegni” la settimana scorsa, con una dotazione (presumibilmente di 825 milioni) che dovrebbe consentire a FSBA di non aver problemi nei pagamenti nel corso di quest’anno.
In buona sostanza: risorse a disposizione ce ne sono, è semmai un problema di tempi di conferimento al Fondo che, come ha dimostrato nelle ondate precedenti, è in grado di erogare il dovuto in giornata a tutti i destinatari, siano essi lavoratori pagati direttamente, che ditte che poi girano le somme ai dipendenti.

Anche ieri, nel corso di un incontro fra tutta la bilateralità artigiana attiva in ogni regione (la cui macchina operativa contribuisce al processo amministrativo e assiste lavoratori e aziende nel conseguimento dei loro diritti fissati in leggi e nei contratti di lavoro) si è registrata la forte preoccupazione per i ritardi e l’impegno a sollecitare, in ogni occasione e contesto, la politica, il governo e l’amministrazione pubblica ad accelerare tempi, semplificare procedure, tenere in debito conto il disagio che l’intero comparto artigiano vive in questa stagione.


Cassa integrazione nell'artigianato: chiesti 36 milioni per chiudere il 2020 e l'assegnazione delle risorse per il 2021

Terminati, già da qualche giorno, i pagamenti di cassa integrazione ai dipendenti del Comparto artigiano (i 265 milioni, attesi per 100 giorni, sono stati distribuiti entro le 24 ore), il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato ha aggiornato i conti di tutto quanto inserito, nel frattempo, nel sistema dai consulenti del lavoro e dai centri servizi. Ha così potuto presentare oggi la richiesta al Ministero del Lavoro ed al Ministero dell’Economia: servono altri 35.931.490,21 euro per corrispondere l’ammortizzatore sociale alle lavoratrici e lavoratori sospesi dal lavoro nell’anno passato, accantonando nel contempo quanto servirà per il versamento dei contributi previdenziali collegati.

Verranno pagate prestazioni di dicembre, ma anche cassa integrazione per i mesi più indietro per le quali finora mancava ancora la rendicontazione delle assenze o il completamento dell’iter burocratico. Per ricevere questa somma, problemi non ce ne dovrebbero proprio essere, considerato il quantitativo di risorse economiche assegnato nelle disponibilità di FSBA per far fronte alle richieste di cassa integrazione dell’anno 2020. Sarà, semmai, un problema di tempi di attesa, laddove gli uffici del Fondo e le strutture della bilateralità che supportano nell’iniziativa sono, come sempre, pronte ad agire nell’arco di poche ore.

A proposito di assegnazione di risorse: stanno allungandosi troppo i tempi di attesa del decreto di attribuzione di quanto stabilito con la legge di stabilità per il 2021: dovrebbe trattarsi di 675 milioni. Il Fondo, unico soggetto abilitato ad occuparsi dell’ammortizzatore sociale per tutto il comparto artigiano, è già pronto ad iniziare i pagamenti di gennaio, febbraio e via così. E lo farà presto e bene. Purché i soldi siano presto messi nelle sue disponibilità e, successivamente, erogati, una volta fatta la rendicontazione di ciò che è pronto per essere pagato.
Nel giro precedente, fu il Ministro Orlando a metterci mano e, raddrizzando procedure, far giungere le risorse al Fondo degli artigiani. Lavoratori che non possono aspettare per settimane il pagamento della cassa integrazione e imprese artigiane che, in qualche modo, sono anch’esse interessate che lo strumento funzioni…tornano a chiedere, e lo fanno anche attraverso le parti sociali che si ritrovano in FSBA, una sua specifica attenzione ed un intervento che acceleri il tutto.


A breve rendicontazione con le code del 2020. Orlando sblocchi le risorse per il 2021

Ieri, il Ministro Orlando in audizione al Senato, parlando per la verità di licenziamenti da sospendere, ha assicurato “uno sguardo più selettivo” e l’impostazione secondo cui occorre “evitare di trattare situazioni tra di loro diverse in modo uguale". Quando poi si è soffermato sulla riforma degli ammortizzatori sociali, su cui si è già aperto il confronto con le parti sociali, ha chiaramente indicato la direzione di “universalismo e semplificazione".

Ecco, noi come Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, unico soggetto che eroga la cassa integrazione nel Comparto, riteniamo che quell’impostazione e gli obiettivi della riforma vadano tenuti assieme: è doverosa una riforma che assicuri la protezione alle lavoratrici ed ai lavoratori di ogni settore produttivo, modulando, però, lo strumento, e le modalità di gestione, in modo che possa al meglio attagliarsi sulle diverse situazioni e bisogni differenziati di imprese e dipendenti (non è la stessa cosa una situazione di crisi produttiva o di mercato di una grande azienda siderurgica o il difficile momento che attraversa un’impresa artigiana che panifica o ripara le carrozzerie sotto casa…). Ma, sulla riforma annunciata, saranno le parti sociali ben capaci di rappresentare i bisogni e convenire sui rimedi, analizzare le situazioni e progettare il futuro. Per parte nostra ci teniamo a raccomandare di salvaguardare le specificità e valorizzare le buone esperienze che, anche in merito alla gestione degli ammortizzatori sociali, sono maturate in questi anni. Fra queste, certamente, FSBA.

Quattro numeri per dare un’idea di cosa si è fatto in questi mesi di pandemia e di difficoltà economiche, produttive, occupazionali e sociali: più di 750.000 lavoratrici e lavoratori hanno percepito prestazioni di sostegno al reddito, 212.000 aziende sono state sostenute (e, di queste, più di 60.000 non avevano mai versato contributi, pur essendo obbligatori per legge: sono state accolte e protette loro e i loro dipendenti), 2,2 miliardi di euro distribuiti (di questi, 260 milioni anticipati di tasca propria dal Fondo, che presto dovranno essere restituiti). Con tutto quello che poi è connesso: versamento della contribuzione all’Inps, certificazione della tassazione effettuata, …

Una operazione ciclopica, possibile solo grazie al supporto garantito dalla bilateralità artigiana, nazionale e regionale: informazioni ad aziende e ai lavoratori (ad entrambi, spesso, sono stati assicurati anche altri specifici aiuti), supporto ai consulenti, sostegno di ogni spesa organizzativa e operativa del Fondo (aspetto, questo, che prima o poi sarà da rivedere). Da qui un grande livello di efficienza e trasparenza. Non sempre di celerità perché i tempi con cui sono state messe nelle disponibilità del Fondo le somme necessarie per pagare la cassa integrazione sono stati rallentati da procedure complesse e articolate.

Sta di fatto che, ad ora, il Fondo ha corrisposto utilizzando in poche ore i 265 milioni ricevuti venerdì scorso, ai lavoratori direttamente o tramite le imprese, le prestazioni fino a dicembre. Quasi tutto, ma non tutto tutto il dovuto. Infatti, al fine di rendicontare al Ministero, quanto prima (probabilmente martedì mattina), il fabbisogno per procedere con l’erogazione di tutte le prestazioni COVID19 relative alle competenze 2020, come FSBA abbiamo chiesto a tutti di velocizzare le attività di presentazione domande, rendicontazione delle assenze e qualsivoglia correzione sulle stesse.

Subito dopo il pagamento delle ultime competenze dell’anno passato, abbiamo intenzione di partire a razzo con la corresponsione della cassa integrazione per i periodi di sospensione dal lavoro di gennaio, febbraio e mesi a seguire. Qui, però, siamo in attesa che si sblocchi il decreto di assegnazione delle somme previste nella legge di stabilità. A FSBA dovrebbero essere assegnati 675 milioni.

Chiediamo Ministro Orlando, che solo qualche settimana fa è intervenuto in una situazione analoga, di metterci un occhio di attenzione e un intervento autorevole e risolutivo. Proprio in linea con la sua intenzione, ribadita sempre ieri in Senato di “semplificare le procedure di erogazione e un accesso più rapido al sostegno".


FSBA: risorse arrivate. Già tutte distribuite. Ne servono altre.

Dopo mesi di attesa della cassa integrazione da parte dei dipendenti del Comparto artigiano, dopo settimane di sollecitazioni da parte del Fondo che eroga questo ammortizzatore sociale, di impegno dell’ex Ministro e del Ministro del lavoro attuale per definire l’esatta appostazione di bilancio, di rimpallo fra uffici e organi di controllo, persino una lettera dei Segretari generali delle Associazioni Artigiane e dei Sindacati confederali, … venerdì mattina sono stati accreditati a FSBA 265 milioni di euro. Questi sono stati attribuiti per pagare alcune code dei mesi precedenti, ma soprattutto per saldare ottobre, novembre e dicembre a favore delle lavoratrici e dei lavoratori dell’artigianato sospesi dal lavoro a causa del Covid.
Al Fondo erano pronti e approntate tutte le procedure, a carico dello stesso e di Enti bilaterali che in alcune regioni provvedono al pagamento della cassa integrazione. Talmente pronti che… tutte le risorse sono già state distribuite e, già questa sera, sui conti correnti di alcuni dipendenti (o delle imprese perché in alcune regioni si procede così) sono disponibili le somme spettanti (nelle prossime ore/giorni tutta l’operazione sarà completata). Nel frattempo, FSBA si prepara a pagare all’INPS la contribuzione previdenziale collegata alle prestazioni erogate, che servirà, prima o poi, ai beneficiari per andare in pensione.
Giunge così a compimento una gigantesca operazione messa in campo, con riferimento all’anno passato, per mettere in protezione 750.000 lavoratrici e lavoratori e supportare, per questa strada, 211.000 aziende, (distribuendo 2,2 miliardi di euro). Fra queste più di 60.000 erano finora state fuori dal sistema e non avevano adempiuto all’obbligo di versamento della contribuzione al Fondo, unico soggetto abilitato dalla legge ad agire per il sostegno al reddito delle aziende artigiane con codice autorizzativo 7 B: anch’esse aiutate, anche i loro dipendenti sostenuti (buona parte di queste aziende sta ora effettuando regolarmente i versamenti ordinari). Si dovrà prima o poi chiarire come dare modalità al Fondo per perseguire gli evasori dell’obbligo di legge, così come stabilire il buon diritto di questi lavoratori ad aver pagata anche le prestazioni di famiglia per i periodi di cassa integrazione. E, ancora, fissare tempi e modi di restituzione al Fondo dei tanti milioni anticipati (260!), un anno fa ad inizio dell’epidemia, per far fronte ai bisogni di sostegno delle aziende e dei dipendenti sospesi dal lavoro e senza reddito. Tutte questione che verranno presto affrontate con il Ministro del lavoro, che già nei giorni scorsi si è impegnato per fare superare lentezze e dichiarato disponibile al confronto con le Parti sociali dell’Artigianato e il Fondo stesso.
Ora, però, è il momento dell’operatività per erogare le prestazioni pregresse e, contemporaneamente, per valutare quanto ancora serve per chiudere qualche cosa dell’anno 2020 e per iniziare a pagare gennaio, febbraio e via così, utilizzando quanto già stanziato in legge finanziaria per le 12 settimane al momento previste (che presto, tutto il mondo dell’artigianato si augura, dovrebbero aumentare: il virus non molla e le difficoltà economiche, produttive e occupazionali ancora mordono). FSBA già all’inizio della prossima settimana sarà in grado di documentare ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia il fabbisogno attuale, contando che i tempi dell’attesa prima di avere questa ulteriore ondata di risorse, per corrispondere velocissimamente le prestazioni, siano assolutamente più brevi.


FSBA. Il fondo per la cassa integrazione nell'artigianato rimanda la regolarizzazione

“Un gesto di grande responsabilità e di attenzione/solidarietà nei confronti delle aziende artigiane, quello compiuto dal Consiglio Direttivo del Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato.” Questo il sintetico commento di Dario Bruni, presidente del Fondo FSBA, che eroga la cassa integrazione ai dipendenti del Comparto artigiano, che questa settimana ha deliberato di posticipare il termine iniziale del regime di regolarizzazione contributiva. Per versare il triennio di contribuzione pregressa, infatti, a suo tempo si decise (delibera dell’8 aprile) che si sarebbe proceduto, a rate nell’arco di un triennio e senza penali o interessi, proprio a cominciare da questo inizio d’anno. Il tutto, invece, è ora spostato al gennaio 2022 (ovviamente verrà predisposto per tempo il regolamento per la presentazione in via digitale della domanda di accesso alla procedura di regolarizzazione relativa alla quota di contribuzione di cui all’art. 27, d.lgs. 148/2015).

“Sono state le Parti Sociali istitutive di FSBA (le Associazioni Artigiane: Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, e le Organizzazioni Sindacali: CGIL, CISL e UIL) a richiedere all’Organo di gestione di FSBA di valutare l’eventuale posticipazione, nei limiti dei propri poteri e delle norme di legge e di regolamento, ogni opportuna iniziativa per agevolare i datori di lavoro artigiani e i lavoratori da essi dipendenti.” Questo in ragione del perdurare della emergenza pandemica e dello stato di crisi che sta interessando datori di lavoro e lavoratori. “Molti, in zona rossa che va e viene, non hanno potuto lavorare, altri comunque risentono delle restrizioni di attività, orari, spostamenti, tutte le aziende patiscono il calo dei consumi e le difficoltà economiche del Paese, per non dire della difficoltà di accesso al credito e della limitatezza dei sostegni e dei ristori.”

Sempre il Presidente Bruni: “E, se le imprese artigiane piangono, certo non ridono i loro dipendenti, che ne sono la vera ricchezza, fra sospensioni dal lavoro, riduzione dei redditi, incertezza sul futuro. FSBA non gira la testa dall’altra parte: paga, presto e bene, le prestazioni (non appena la burocrazia fa arrivare i soldi…), protegge tutti e, come dimostra con la decisione assunta, rimanda gli incassi di obblighi pregressi da parte delle imprese irregolari. Anche perché, molte, moltissime imprese artigiane, invece, in questi anni hanno rispettato appieno il dettato di legge e, nel contempo, gli impegni assunti con la sottoscrizione e l’applicazione integrale e rigorosa dei contratti collettivi nazionali di lavoro. E a loro dobbiamo il massimo rispetto.”

Ricostruzione: “Da quando, con il d.l. 18/2020 convertito con la legge 27/2020, è stata stabilita una speciale integrazione salariale per emergenza Covid-19, molte aziende che finora avevano evaso il proprio obbligo contributivo nei confronti del Fondo (che svolge le proprie funzioni istituzionali ex art. 27, d.lgs. 148/2015, e gestisce l’integrazione salariale speciale per i lavoratori riferibili a datori di lavoro inquadrati previdenzialmente come artigiani ex l. 88/1989) qui si sono dovute rivolgere per veder erogata la cassa integrazione ai propri dipendenti per i periodi di sospensione dal lavoro.” È Valter Recchia, Direttore, che snocciola i dati: “Si tratta di 62.112 aziende che hanno posto in protezione quasi 205.000 lavoratrici e lavoratori. Pur essendo in situazione irregolare queste aziende, il Fondo per un verso ha erogato la prestazione ai dipendenti e per altro verso ha stabilito le modalità per la regolarizzazione contributiva dei datori di lavoro ancora inadempienti nei confronti di FSBA. Ora si procederà fra un anno ai pagamenti arretrati, mentre è indiscutibile l’obbligo contributivo mensile così come previsto dalla normativa per tutte le aziende con codice autorizzativo 7b. Infatti, molte di queste aziende “irregolari” stanno versando, mese dopo mese, il dovuto.”

Attorno al tema della regolarità contributiva, e persino dell’obbligo di iscrizione al Fondo messo in piedi dalla bilateralità artigiana, molte se ne sono dette in questi mesi, con un contenzioso che si allunga anche nelle aule di tribunale e le interpretazioni che ne discendono. “Tutte interpretazioni interessate quanto fuorvianti – precisa Mauro Sasso, vicepresidente di emanazione sindacale del Fondo - Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge, un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente, checché ne dicano pericolose interpretazioni delle decisioni del giudice amministrativo. Il TAR del Lazio non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro. Nella sentenza il Tar del Lazio si limita a rilevare ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale. Punto e basta. L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 serve solo come adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna. L’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto.”

“E poi, guardiamo alla sostanza delle cose: quado è esploso il virus, tutta la bilateralità artigiana è scesa in trincea, al fianco di aziende e lavoratori: San.Arti con tutele sanitarie specifiche per i soggetti colpiti e con tamponi, test, disinfettanti e donazioni; Fondartigianato a sostegno di programmi formativi dedicati alla salute e al lavoro in sicurezza; la Bilateralità regionale con prestazioni per lavoratrici e lavoratori adeguatamente rafforzate e sostegno alle imprese. Il Fondo, che non per nulla si chiama di Solidarietà, si è messo all’opera: ha ricevuto le domande di cassa integrazione derivanti da accordi sindacali sottoscritti nel territorio, ha anticipato 260 milioni di risorse proprie accantonate negli anni (che presto dovranno essere rese perché necessarie per l’ordinaria attività), ha gestito quasi 1.700 milioni di euro ricevuti, sempre con un percorso tortuoso!, dal Ministero del Lavoro. Sono state tutelate 211.935 imprese ed hanno ricevuto la prestazione ben 748.554 lavoratori sospesi dal lavoro fra febbraio e ottobre. Siamo pronti ad erogare le prestazioni fino a fine anno, non appena riaprono le casse del Ministero e ci vengono dati altri 162 milioni che servono alla bisogna. Nel frattempo, centinaia di milioni sono state accantonate per pagare la contribuzione previdenziale, se solo l’Inps volesse accelerare i tempi dei conteggi (centinaia di lavoratori attendono proprio l’accredito di questi contributi per andare in pensione…). Il tutto è stato fatto, da FSBA con la collaborazione stretta di tutto il sistema dell’artigianato, velocemente, senza errori, abusi o inadempienze, accogliendo e garantendo tutti (anche le aziende irregolari, come si diceva), senza oneri diretti per il Fondo o per le casse pubbliche (provvede al tutto la bilateralità artigiana). Non so, sinceramente, se si sarebbe potuto fare di meglio.”

Il Presidente Bruni ha appena partecipato, per conto della sua Associazione Artigiana, ad un incontro con la Ministra del Lavoro incentrato anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali: “Ho rappresentato la nostra realtà FSBA e, condividendo l’obiettivo di una riforma della cassa integrazione che possa proteggere ogni lavoratore in qualsiasi contesto lavorativo e affiancare ogni azienda alle prese con difficoltà produttive o di mercato, ho ribadito come sia indispensabile salvaguardare le più qualificate esperienze maturate e messe a dura prova anche in questi mesi di Covid. Fra queste il Fondo dell’Artigianato. La cui azione va supportata e rafforzata, le possibilità di azione magari meglio precisate. Ma certo l’artigianato che ha saputo impiantare, gestire, sorreggere economicamente un sistema efficace di protezione negli anni (che ha resistito e agito bene persino nell’epoca del Covid), merita di poter contare, anche in futuro su FSBA. So che altre forze sociali, nei confronti odierni con la Ministra, si sono espresse in maniera non difforme. Catalfo è certamente sensibile alle argomentazioni presentate e, ha assicurato, le terrà in debito conto.”
La Ministra del Lavoro, solo qualche settimana fa, ha partecipato all’Assemblea del Fondo rappresentando apprezzamento e assicurando attenzione. Allora, peraltro, disse che era pronta a mettere in gioco ulteriori settimane di Cassa integrazione per far fronte a questo difficile periodo e salvaguardare per quanto possibile la tenuta sociale.

“Bene, si faccia. FSBA è pronto a far la sua parte. Le aziende l’hanno conosciuto, lavoratrici e lavoratori ne hanno apprezzato l’azione, l’artigianato tutto ne è orgoglioso.”


COMUNICATO STAMPA: Tar Lazio, una sentenza mal interpretata. Iscriversi a Fsba è e resta un obbligo di legge.

Un obbligo che riguarda tutte le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente. Pericolose le interpretazioni di queste ore delle decisioni del giudice amministrativo.

Ricostruzioni senza fondamento. Nella sentenza del 24 dicembre 2020, il Tar del Lazio si è dichiarato non competente a decidere in merito alla questione relativa all’ordinario obbligo contributivo da parte delle imprese artigiane nei confronti di FSBA, dichiarando così inammissibile il ricorso da esse presentato. Ricorso proposto peraltro da aziende che, pur non iscritte, hanno comunque richiesto le prestazioni di sostegno al reddito relative all’emergenza da Covid-19.

Il giudice amministrativo dunque non ha, come vorrebbero certe stravaganti interpretazioni, sancito l’insussistenza di un generale obbligo di versamento della contribuzione a FSBA ma semplicemente non ha affrontato la questione perché di competenza del giudice del lavoro. Nella sua sentenza insomma il Tar del Lazio rileva ciò che già era noto: le integrazioni speciali da Covid-19 non sono basate sulla contribuzione previdenziale, ma sulla fiscalità generale, non ammettendo in questo modo alcuna forma di irregolarità contributiva per le normali prestazioni di sostegno al reddito che FSBA eroga ex d.lgs. 148/15.

Iscriversi a FSBA è e resta un obbligo di legge per le imprese artigiane, anche quelle con un solo dipendente

L’obbligo di iscrizione a FSBA per accedere alle prestazioni relative all’emergenza da Covid-19 deve essere inoltre inteso quale adempimento formale, cioè quale accesso in modalità telematica alla piattaforma per la presentazione delle istanze. Con altre parole: il datore di lavoro artigiano si iscrive in ogni caso a FSBA e adempie l’obbligazione contributiva normale prevista dalla legge. Senza deroga alcuna.

Quello che sta avvenendo è molto rischioso, spiegano da Fsba. Nonostante le interpretazioni di queste ore, presto si scoprirà che i datori di lavoro artigiani inadempienti non sono stati autorizzati in alcun modo dal TAR Lazio a essere ancora inadempienti. Si scoprirà che l’obbligo di contribuzione è stato fissato nel 2015 e poi confermato ancora nel 2020 da una legislazione tanto farraginosa quanto chiara sul punto. Il 2021, del resto, sarà un anno terribile che avrà conseguenze di lungo termine per i datori di lavoro artigiani che decidono di restare inadempienti verso FSBA.

Quale percezione del reale tali datori di lavoro hanno? Quale decisione prenderanno? L’augurio, affermano da FSBA, è che presto la realtà coincida con i fatti raccontati e le sentenze siano lette per quello che effettivamente dispongono.


Incontro Ministra Nunzia Catalfo

“Le prime dodici settimane del 2021 sono state già rifinanziate ma, se ci fosse necessità, vi assicuro il mio impegno per prolungare la cassa integrazione per l’emergenza Covid”. Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, interviene alle Assemblee di Ebna, l’Ente bilaterale dell’artigianato, e di Fsba, il relativo Fondo di solidarietà che paga l’ammortizzatore sociale, indette per approvare il bilancio preventivo. “Il momento -ha aggiunto la Catalfo- è complesso e difficile, ma il Governo è stato e sarà al fianco delle imprese e delle lavoratrici e lavoratori del Comparto artigiano, settore particolarmente colpito dalla pandemia”. Prosegue così la stretta collaborazione fra Ebna/Fsba e l’Esecutivo che ha permesso di erogare in tempi strettissimi quasi 2mila milioni di euro, supportando 210.000 aziende artigiane e mettendo in protezione più di 740.000 dipendenti sospesi dal lavoro. “Una collaborazione innanzitutto fiduciaria -ha spiegato Dario Bruni, presidente di Ebna e di Fsba- che la presenza del Ministro, cosa mai accaduta prima, attesta e rafforza. I suoi ringraziamenti per il lavoro svolto, sia al centro che da parte degli Enti regionali, ma anche l’assicurazione che la collaborazione si realizzerà anche in futuro, per superare burocratismi ed abbreviare i tempi di erogazione delle prestazioni, ci confortano, ci stimolano, impegnano tutto il mondo della Bilateralità artigiana.”

Protezione del reddito, dunque, ma anche politiche formative volte ad acquisire competenze, aspetto sempre più necessario. Anche su questo, il ministro Catalfo ha assicurato il proprio sostegno per coniugare politiche passive e politiche attive del lavoro. “E, da sempre ma ancor più in questi difficili mesi -ha affermato Mauro Sasso, vicepresidente- aziende e lavoratori hanno potuto contare anche su una sanità integrativa di qualità, una specifica attenzione al tema della sicurezza negli ambienti di lavoro, un ventaglio di altre prestazioni assicurate dai tanti strumenti messi in campo da Sindacati confederali e Associazioni artigiane.” Proprio i Segretari generali di CGIL, CISL, UIL con quelli di Confartigianato, CNA, Casartigiani, CLAAI, hanno da poco sottoscritto una impegnativa intesa “che sta dando ulteriore impulso ai tanti tavoli aperti per il rinnovo dei contratti di lavoro. Questa la stagione di forte impegno su più fronti del sistema artigianato, che la presenza del Ministro ha, in qualche modo, suggellato.”

“Ce la faremo –ha concluso Valter Recchia, direttore del Fondo impegnato in queste ore nell’utilizzare tempestivamente gli ulteriori milioni ricevuti- Questo è il momento di fare squadra perché l’Italia sta ripartendo e la ripartenza passa non solo per la grande industria, ma anche per la miriade di attività artigiane che rappresentano il cuore pulsante del nostro Paese”. 


Pagata la cassa integrazione nell'artigianato. In "un momento magico" per il comparto

“L’avevamo detto che saremmo stati tempestivi, e così abbiamo fatto: abbiamo speso tutto! FSBA, che ha ricevuto ieri mattina la dotazione economica di 448 milioni, ora ha distribuito l’intera somma alle lavoratrici e lavoratori sospesi dal lavoro, tramite le aziende in talune regioni, e agli Enti bilaterali che provvedono direttamente, che pure stanno alacremente lavorando.” Giustamente orgoglioso dell’efficienza della macchina operativa del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (unico soggetto che paga la cassa integrazione nel Comparto) il Presidente Dario Bruni.

È stato lui, in questi mesi, a tenere il filo diretto con la Ministra Catalfo, “sempre disponibile ed attenta”, per sollecitare il conferimento delle somme, per vedersi assicurato ogni impegno nella predisposizione dei decreti, perché le procedure e la burocrazia non l’avessero vinta sui diritti e le legittime aspettative dei lavoratori. “Anche se, davvero, 100 giorni, per ricevere le somme messe a disposizione dal decreto a ferragosto, sono troppi, tanto più perché c’è chi aspetta questo sostegno economico da giugno, in qualche caso anche per i periodi anteriori. Al di là della volontà politica, la burocrazia corre il rischio di frenare l’azione e vanificare l’impegno di Parti sociali, Enti bilaterali, Ministra stessa.”

Con il lavoro di questi due giorni, notte compresa, il Fondo degli Artigiani si è messo in pari: i pagamenti sono stati effettuati fino agli inizi di ottobre. “Qualcosa è stato ulteriormente caricato per ottobre - precisa Valter Recchia, Direttore – ed abbiamo richiesto al Ministero l’invio di altri 24 milioni per poter procedere. Complessivamente, dall’inizio dell’epidemia che ha portato a sospensione di attività lavorative, talvolta a chiusure d’autorità, il Fondo ha speso (fra prestazioni e versamento dei contributi previdenziali collegati) una somma pazzesca: 1.914.593.603,46. In larga parte assicurata dai tanti decreti governativi, ma anticipando anche 260 milioni di risorse proprie messe da parte negli anni (somme che dovranno pur rientrare, sennò l’attività ordinaria di FSBA si blocca). È stata pagata la cassa integrazione a 740.000 lavoratori e sono state così sostenute 210.000 imprese artigiane (molte delle quali, 60.000, non avevano nemmeno rispettato l’obbligo di legge di versamento al Fondo: sono state accolte, i loro 170.000 dipendenti hanno avuto quanto spettava, rimandando ad un secondo momento la regolarizzazione).

E siccome, purtroppo, non è finita qui: da settimana prossima si potranno inserire le domande delle seconde 9 settimane del decreto di agosto (quelle con un eventuale concorso economico da parte delle aziende in ragione dell’andamento degli affari), poi potranno seguire le ulteriori 6 settimane e, dall’inizio del prossimo anno, tutto quanto previsto nella Legge di bilancio.”

“Il Fondo è pronto a fare completamente la propria parte, per sostenere aziende e lavoratori in questo difficile momento - riprende il Presidente - affrontando, con equilibrio ma anche con determinazione, anche alcune partite che sono aperte: il pagamento delle prestazioni di famiglia (perché anche questi lavoratori ne hanno diritto), la velocizzazione del versamento della contribuzione all’Inps (perché da qui dipende anche, per molti, la possibilità di andare in pensione), il pretestuoso contenzioso legale avanzato da talune ditte che vorrebbero prestazioni e tutele senza rispettare, né prima né ora, l’obbligo previsto per legge della contribuzione. D’altra parte, negli anni si è dimostrato che la bilateralità artigiana è in grado di assicurare il sostegno economico ai lavoratori sospesi dal lavoro per cause non dipendenti dalla volontà aziendale ma dal mercato o da accadimenti straordinari. Con una aliquota contributiva equilibrata, con procedure snelle, con la efficiente rete dei riferimenti regionali, con il sostegno operativo ed economico della bilateralità, chi ha bussato alle porte di FSBA ha sempre, e sottolineo sempre, ricevuto una risposta all’altezza delle necessità e del bisogno di sostegno. Lo si deve ricordare, ora che ci si ripropone di riformare gli ammortizzatori sociali.”

L’ultima osservazione è del vice Presidente Mauro Sasso: “Per una strana convergenza di elementi e situazioni, in questi giorni l’artigianato sta vivendo una stagione tanto difficile sul piano economico/produttivo/occupazionale quanto invece strategica per la ripresa dell’intero Comparto e per le stesse relazioni sindacali che qui si esprimono. Questa mattina Fondartigianato, il fondo interprofessionale del settore che sostiene la qualificazione dei lavoratori, ha pianificato l’iniziativa per l’anno a venire: 32 milioni a disposizione su una decina di filoni.

Quando si dice: la formazione che aiuta a crescere. Ieri pomeriggio San.Arti., il fondo per la sanità integrativa a favore di 550.000 lavoratrici e lavoratori dipendenti ma anche datori di lavoro, ha deciso di mettere in protezione i figli minorenni di costoro, offrendo loro da subito alcune prestazioni senza un aggravio di costi per aziende e iscritti. Quando si dice: sostenere con i fatti le famiglie. Fra ieri e oggi, il pagamento delle prestazioni da parte di FSBA.

E qui non c’è null’altro da aggiungere. E, soprattutto, ieri mattina la sottoscrizione, da parte dei Segretari generali di Confartigianato, CNA, Casa e CLAAI nonché di CGIL, CISL e UIL, dell’Accordo interconfederale sul modello contrattuale. Chi, come, quando, su che cosa e a che livello - nazionale o regionale – si contratta. Come migliorare le condizioni retributive dei dipendenti, come sostenere la bilateralità (ragionando anche di previdenza complementare), come valorizzare la qualità dei rapporti fra la parte datoriale e quella sindacale. Con l’obiettivo comune di rivendicare attenzione ai problemi del Comparto e partecipazione degli attori sociali dell’artigianato alle decisioni strategiche per l’uscita dalle difficoltà, in cui ci si dibatte tutti, e far ripartire il Paese.”


Cassa integrazione nell'artigianato: arrivati 375 milioni (ma ne servono altri 50), subito i pagamenti

C’è voluto un bel po’ di tempo perché i soldi stanziati con il decreto agosto arrivassero al Fondo che paga la cassa integrazione ai lavoratori dipendenti del Comparto Artigiano. Ma adesso è fatta. E partono a razzo i pagamenti di FSBA.

“Da mezz’ora abbiamo sul nostro Conto Corrente la somma di 375 milioni e, nell’arco di 24, 48 ore al massimo li spenderemo tutti. Come Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA, una sigla conosciuta oggi ai più anche per l’intensa fase di mobilitazione proprio finalizzata a ricevere i soldi), abbiamo da pagare la prestazione per i periodi di sospensione causa Covid di maggio, giugno e prima metà di luglio a 440.447 lavoratrici e lavoratori.”

Così assicura Valter Recchia, direttore che in queste ore presidia gli uffici romani con i funzionari che lavoreranno giorno e notte per portare a compimento l’operazione. “Saranno operative anche le strutture regionali della bilateralità perché sono loro che nelle scorse settimane hanno gestito le pratiche, esaminato gli accordi, accompagnato l’azione di associazioni e consulenti del lavoro che hanno caricato giornate di assenza, retribuzioni, iban e quant’altro. Peraltro, per alcune regioni sono gli Enti bilaterali locali a pagare materialmente: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto.”

“Peccato che le risorse economiche che ci sono pervenute, pure cospicue, non bastano al pagamento di tutte le prestazioni della prima fase da febbraio a luglio (da lì c’è un ulteriore periodo di cassa integrazione - 9 settimane più altre 9 con condizionalità - con specifico finanziamento). Dai nostri calcoli, servono quasi altri 50 milioni. Andremo presto al Ministero del Lavoro per trovare il modo di farceli dare e farceli dare subito. Perché l’attesa, che già è stata lunga, snervante da maggio a ottobre non abbia, per alcuni, a prolungarsi.”

Mauro Sasso, vice presidente del Fondo, ricorda come, dall’inizio della vicenda, FSBA abbia già erogato la prestazione temporanea Covid a 725.497 lavoratori (molti dei quali riceveranno ora un ulteriore versamento), con una spesa pari a € 1.088.786.269,61 utilizzando i soldi pubblici appositamente stanziati e anticipandone di propri: “260 milioni, che presto dovranno essere rimborsati perché non si giustifica in alcun modo che per tutti, davanti all’emergenza virus, i soldi ce li mette lo stato (o meglio l’Europa) e nell’artigianato siano imprese e lavoratori, e per loro il Fondo, a dover mettere le mani in tasca.”

“Il Consiglio direttivo del Fondo, composto dai rappresentanti dei sindacati confederali e delle associazioni artigiane - evidenzia Dario Bruni, presidente - giusto questa settimana, nell’esaminare tutti i dati gestionali, amministrativi e di proiezione dell’azione di questo strumento, ha rilevato come, con l’occasione del virus, un numero notevole di aziende si sono rivolte a FSBA, cui negli anni avrebbero dovuto versare contributi per un preciso obbligo di legge. Sono state accolte, hanno avuto la possibilità di rimandare in là nel tempo la loro regolarizzazione contributiva (se ne parlerà da gennaio, a rate nell’arco di tre anni), hanno avuto protetti i loro lavoratori con la cassa integrazione, come tutti gli altri. Si tratta di 60.000 aziende, che occupano quasi 170.000 lavoratori, prevalentemente dislocate nel sud dove, evidentemente, non sempre gli obblighi di legge o quelli derivanti dai contratti sono conosciuti, richiamati da chi fornisce consulenza, rispettati. Due aziende su cinque, comunque, hanno già iniziato a mettersi a posto.”

Nell’ambiente si sta ragionando di una vera e propria campagna comunicativa e di contatto con tutte le aziende del comparto ed i loro lavoratori per illustrare le opportunità che derivano dall’essere parte della bilateralità artigiana: sussidi e prestazioni per i lavoratori, supporti alle aziende per il loro sviluppo, una sanità integrativa fra le migliori esistenti (San.Arti.), la formazione erogata dal Fondo interprofessionale specifico (Fondartigianato).


Ricominciano i pagamenti della cassa integrazione agli artigiani

Da un paio di ore sono arrivati sul conto corrente del FSBA i 516 milioni del “Decreto Rilancio”, tutte le somme finora stanziate per il pagamento dell’ammortizzatore sociale alle lavoratrici ed ai lavoratori, del Comparto Artigianato, sospesi dal lavoro per Covid. “La Ministra Catalfo ce l’aveva assicurato, giusto una settimana fa nel corso di un incontro. Do atto a Lei di impegno per raggiungere questo risultato e di attenzione nei confronti delle problematiche più complessive dell’artigianato.” Precisa Dario Bruni che è il presidente del Fondo degli Artigiani, unico soggetto autorizzato per il pagamento della cassa integrazione in questo settore economico.

Con queste risorse - precisano dal Fondo di Solidarietà bilaterale dell’artigianato - sarà possibile il tempestivo pagamento delle prestazioni di tutto il mese di aprile, coprendo anche qualche coda di marzo e qualcosina si potrebbe riuscire a fare per maggio. Obiettivo che si punta a conseguire in giornata, facendo lavorare a pieno ritmo gli uffici centrali e le articolazioni regionali della bilateralità regionale.

“Per pagare le prestazioni ai dipendenti sospesi dal lavoro nei mesi di maggio, giugno e luglio, servono però ulteriori risorse economiche: almeno altri 500 milioni. Infatti, sono già pronti i calcoli (fatti sulle ore effettive di assenza dal lavoro, dichiarate da aziende e loro consulenti), per un totale di circa 350 milioni di euro. Ma stanno arrivando al Fondo le aziende che, sbagliando, si sono rivolte inutilmente alle regioni prima e all’Inps poi, pensando di aver accesso alla cassa integrazione in deroga: no, al sistema dell’artigianato provvede, in tutto e per tutto, FSBA! È questo lo strumento per il sostegno al reddito dei dipendenti delle imprese artigiane, cui ognuna è tenuta per legge ad essere assicurata e versare con una piccola quota di contribuzione mensile.”

Mauro Sasso, vicepresidente: “L’emergenza Covid e l’impegno del Fondo ad assicurare l’ammortizzatore sociale ha fatto avvicinare aziende che, soprattutto nelle aree meridionali ma anche in taluni contesti di lavoro al nord, sono restate fuori dal sistema di protezione fornito da questo strumento della bilateralità. 57.000 aziende sono state accolte e incluse, ai loro 167.000 dipendenti è stata assicurata protezione e sostegno al reddito (ci sarà tempo, da gennaio in poi e con comode rate, a regolarizzare la posizione).”

Dove trovare questo mezzo miliardo (e gli altri 260 milioni che il Fondo ha anticipato, di proprie risorse, perché la macchina potesse cominciare a girare)?

Già nell’incontro con la Ministra Catalfo di giovedì scorso è stata presa in considerazione la possibilità di pescare nella specifica riserva di 2,7 miliardi prevista nel Decreto o di trovare una prima, parziale risposta nelle pieghe del bilancio del Ministero. Ma occorre anche guardare oltre, secondo Bruni: “Tutte le forze sociali del Comparto (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Claai sul versante datoriale e Cgil, Cisl e Uil sulla sponda sindacale) convengono che servono non solo nuove risorse fresche per pagare del tutto la cassa integrazione già fruita o in utilizzo ora, ma occorrono anche altre settimane di ammortizzatore sociale perché molti artigiani (e certamente non solo loro, per carità) non sono ancora nelle condizioni di riprendere appieno l’attività lavorativa, anche queste ben finanziate fin dall’inizio.”